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| The Islands of Greece |
Aiyina
90 sq.km Alonnissos Sporades Amorgos 134 sq.km Cyclades Anafi 38 sq.km Cyclades Andros 373 sq.km Cyclades
Angistri Antikeros Cyclades Antimilos Cyclades Antiparos 35 sq.km Cyclades Archi Sporades
Arginta Astakia Astypalaea 99 sq.km Sporades Carpathos 277 sq.km Sporades Casos 49 sq.km Sporades Castelorizo Sporades
Chalki Daskaleio Cyclades Delos 5 sq.km Cyclades Dia Crete
Diaopri Dokos Donousa Cyclades Dragonada Crete
Elafonissos Elassa Crete
Fleves Folegandros 32 sq.km Cyclades Fourni Sporades Gaidouronisi Crete
Gavdos Gavdopoula Gianissada Crete Gramvoussa Gramvoussa
Gyaros Hrissi Crete ..................................
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ISOLE DELLA GRECIA _ 2
Hydra Ikaria 263 sq.km Sporades Ios 108 sq.km Cyclades
Ithaki 103 sq.km Ionian
Iraklia Cyclades
Kalamos Kalimnos 115 sq.km Sporades
KasosKavaliani Kea 129 sq.km Cyclades Keros Cyclades Kimolos 36 sq.km Cyclades Kithira
277 sq.km Kythnos 101 sq.km Cyclades Kos 288 sq.km Sporades Koufonisia Cyclades Lefkada Leros 50 sq.km Sporades Limnos
482 sq.km Lipsi Sporades
Makronissos Mykonos 107 sq.km Cyclades Milos 165 sq.km Cyclades Naxos 448 sq.km Cyclades Nisyros 35 sq.km Sporades Paros 209 sq.km Cyclades Poros Patmos 39 sq.km Sporades
Patroklos Paximada Crete
Polinos
Psara Aegean Psira Crete Salamis
103 sq.km Samos Sporades Samothraki
183 sq.km Santorini (Thera) 96 sq.km Cyclades
SapientzaSchiza
Serifos 73 sq. km Cyclades Sifnos 83 sq.km Cyclades Sikinos 41 sq.km Cyclades Simy 69 sq.km Sporades Siros 94 sq.km Cyclades Skiros 212 sq.km Sporades Skiathos Sporades Skopelos 90 sq.km Sporades
Spetsai Therasia Cyclades Syrina Sporades Thasos
386 sq.kmTilos Tinos 195 sq.km Cyclades Zakinthos 400 sq.km Back to Greece Home Page |
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| The Islands of Croatia | http://www.mediterranean-yachting.com/Croatia/isle-hr.htm Brac 408 sq.km | Cres 350 sq.km | Hvar 308 sq.km | Korcula 278 sq.km | Krk 418 sq.k | Dugi Otok 121 sq.km | <O:P>Mljet 104 sq.km</O:P> | <O:P>Pag 292 sq.km</O:P> | Aba
Vela Arkandjel Arta Mala Arta Vela Babac Badija Bisevo Bodulas Borovnik Brac
408 sq.km Ceja Cres
350 sq.km Ciovo Dolfin Dolin Drvenik Mali Drvenik Veli Dugi Otok
121 sq.km Fenera Galijola Galun Gangaro Glamoc Goli Greben Grujica Gustac Hvar 308 sq.km Ilovik Ist Iz Jabuka Jakljan Kakan Kaprije Kasela Katina Kolocep Koludarc Kopiste Korcula
278 sq.km Kornat Kosara Krapanj Krasnica Krk 418 sq.km Kurba
Mala Kurba Vela Laganj V/M Lastovnjaci Lastovo Lavdara Lavsa Levrnaka Logorun Lokrum Lopud Losinj
Lunga Lunga Male Orjule Male Srakane Mali Brijun Mana Maun Misjak Misnjak
V/M Mljet
104 sq.km Molat Morovnik Mrcara Mrkan Murtar Murter Murvenjak Obonjan Okljuc Olib Olipa Oruda Osljak Pag
292 sq.km Pakleni otoci Palagruza Pasman Piskera Planik Plavnik Plocica Porer Premuda Prezba Proizd Prvic Prvic Rab Radelj Rasip
V/M Rava Ravni Zakan Razanac V/M Rivanj Sestrice Sestrunj Silba Sit Smokvica
Vela Susak Susac Sv. Andrija Sv. Grgur Sv. Ivan Sv. Ivan na pucini Sv. Jerolim Sv. Juraj< Back to Home Page | |
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Cipro è un'isola di incomparabili bellezze naturali. Sorge fra le acque blu del Mediterraneo orientale, a circa 70 Km. dalle coste Turche, a 100 Km. dalla Siria ed a quasi 500 Km. dall'Egitto. La mitologia narra che proprio qui nacque Venere, dea dell'amore.
Quella che vi presentiamo è la parte nord dell'isola. La cortesia ed il senso dell'ospitalità della sua popolazione, le sue bellezze naturali non contaminate dall'inquinamento, grandi spazi, chilometri e chilometri di coste rocciose e sabbiose con un clima mite per quasi tutto l'anno, fanno di Cipro Nord uno dei luoghi più accoglienti del Mediterraneo. Case addormentate sotto il sole, anziani seduti ai caffè, donne intente nei più svariati lavori di artigianato: il tempo a Cipro Nord pare si sia fermato e, accanto al tempo, fermo è rimasto anche il paesaggio: spiagge incontaminate e stupendamente dorate che riecheggiano vestigia di un passato romantico e misterioso. Da un paio di anni a questa parte, man mano che i turisti, in cerca di nuove e valide alternative alle solite destinazioni, hanno scoperto questa parte dell'isola, Cipro Nord sta cercando di mettersi al passo per soddisfare il crescente interesse per le sue bellezze naturali, il suo clima, la sua tranquillità . Cipro Nord è una destinazione per quelle persone che cercano una "vera" vacanza di mare: gli amici pescatori, gli amanti della natura, dell'arte e della storia di cui l'isola è fortemente depositaria.
Potete contattare gli "Amici di Cipro Nord": Fax: ++39 06 70 08 075 Indirizzo e-mail: info@cipronord.it |
Mare di Cipro
La Rocca
Porticciolo di Girne
Porticciolo naturale di Blue Sea
Bella Pais | |
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http://www.terrakerkyra.gr/per-poli/it/index.html ISOLA DI CORFU' | PRIMA CITTÀ DI CORFÙ, PENISOLA DI KANONI, LAGUNA DI CHALIKIOLPULO, PALEOPOLI, KARDAKI, KANONI-PONTIKONISSI, CITTÀ DI KORIFÒ, CAMPIELLO, PALAZZO DI MICHELE E GIORGIO, PINACOTECA COMUNALE, SPIANADA, LISTON, PENDOFANARO, PIAZZA DEL COMUNE, PLATÌ KADUNI, IONIOS VULÌ, IONIOS AKADIMIA, MURAGHIA, SOCIETÀ DI LETTURA, FALIRAKI, ABITAZIONE DI CAPODISTRIA, PORTO VECCHIO, SPILIÀ, OVRIAKÌ, VIA NIKIFORO THEOTOKI, PLAKADA DEL SANTO, SOCIETÀ FILARMONICA, SAROCCO, MONASTERO DI PLATITERA-MANDUKI, GARITSA, TOMBA DI MENECRATE, VIDO, LAZARETO La prima città di Corfù : fu fondata nell’VIII secolo a.C. dai Corinzi, sulla penisola di Canoni. Aveva come centro la Paleopoli, da Mon Repos fino ad Analypsi. Nella parte orientale c’era il porto di Alcinoo (golfo di Garitsa) e ad occidente il porto Ylaikos (laguna di Chalikiopulos). Traccia dei suoi confini settentrionali è la Torre di Nerantzikas, unico resto delle mura antiche (VI secolo a.C.). Le grandi invasioni barbariche, fino al disastroso attacco dei Goti di Totila (562 d.C.), costringono i corfioti a rifugiarsi in altro luogo dove viene eretta la nuova città .
Penisola di Kanoni: inizia dall’estremità meridionale della baia di Garitsa, proseguendo si sale verso la collina di Analypsi, sulla quale era stata costruita la prima città dei Feaci. Sull’etremità meridionale sorgeva l’antico tempio di Artemide (Diana) che fu costruito tra il 590 e il 580 a.C. da manovali corinzi e corfioti; sul frontone occidentale predominava la testa della Gorgona (sirena) che adesso si trova presso il Museo Archeologico. Quando, nel VI secolo a.C., la città si trasferì nella posizione odierna, la zona non fu completamente abbandonata. Nel 1540 i Veneziani, in seguito ad un accordo con i Turchi, svuotarono le fortezze di Nauplio e Monemvasia e trasferirono qui i militari cedendogli appezzamenti poiché la Serenissima potesse servirsi dei loro servigi nelle proprie attività di guerra. Nel 1799 questo corpo militare fu abolito, peró i discendenti di quei soldati mantennero il diritto all’uso della terra; ne conseguì la suddivisione della collina in tante piccole proprietà e solo il terreno della Paleapoli rimase unito.
Laguna di Chalikiopulo: costituisce un importante ecosistema idrico che, malgrado lo sviluppo turistico e l’ampliamento dell’aeroporto, continua ad ospitare rare specie di uccelli migratori, rettili e mammiferi. L’allevamento ittico organizzato, praticato sui 200 ettari, produce la maggiore quantità di pesce dell’isola.
Paleopoli: costituiva il centro della città antica. Oggi si salvano le spoglie rovine di un antico tempio dedicato ad Era (Giunone) denominata Akrea (Estrema). Venne eretto nel 600 a.C., fu distrutto durante gli incidenti dovuti alla guerra civile tra democratici e oligarchici nel 428 a.C., venne ricostruita nel 400 a.C., fu distrutta di nuovo dai Romani nel 30 a.C. e quello che di esso rimase fu utilizzato dai Veneziani per lavori di fortificazione. Nelle vicinanze si trova anche il tempio di Kardacio, scoperto per caso dagli Inglesi nel 1822. Si tratta di un tempio in stile dorico, dedicato probabilmente ad Apollo, conservatosi in maniera perfetta. Vicino all’entrata del terreno della Paleapoli fu costruita la villa di campagna per l’Alto Commissario inglese Adam.
Si tratta di una costruzione neoclassica, con peristilio dorico, probabilmente su progetto dell’architetto Ioanni Chroni. Nel 1864 il Consiglio di Corfù ne concesse l’uso a re Giorgio. Da allora divenne residenza estiva della famiglia reale, meglio conosciuta sotto il nome di Mon Repos (sull’esempio della denominazione d’epoca utilizzata dallo zar Pietro il Grande per la propria residenza estiva a Petropoli). Dopo l’abolizione della monarchia, seguirono molti malintesi riguardo ai titoli di proprietà del terreno e solo recentemente, dopo contenzioso giudiziario con l’ex-monarca, il terreno è passato sotto la giurisdizione del Comune ed è stato aperto al pubblico. Vicino all’entrata della Paleapoli si trova la Basilica della Paleapoli, dedicata a Aghia Kerkira, costruita nel V sec. con materiale di edifici preesistenti in loco (un tempio dorico, un odeon romano etc.)
Kardaki:da Analypsi un sentiero scende verso Kardaki, la famosa fonte della quale la tradizione dice che il forestiero che ne beva l’acqua dimenticherà per sempre la propria casa. Ai non corfioti che risiedono stabilmente nell’isola, i nativi dicono: “Hai bevuto l’acqua di Kardaki?”.
Kanoni: è una moderna località di villeggiatura con molti alberghi e vista sulla laguna di Chalikiopulos e sull’aeroporto. Dalla cima parte il sentiero che scende verso il Monastero di Vlacherena, una piccola isoletta unita alla terraferma da uno stretto passaggio. Di fianco sono attraccate le barchette che vi portano a Pontikonissi (Isola dei Topi) a visitare la chiesa bizantina di Pantokratora (Onnipotente). L’insieme Canoni, Vlacherena, Pontikonissi ha costituito per molti anni il simbolo, turisticamente parlando, dell’isola ed è stato immortalato da quasi tutte le macchine fotografiche del mondo. Uno stretto ponte unisce Kanoni a Perama e lo consigliamo per camminate e giri in bicicletta.
Città di Korifó: fu costruita con le pietre e i marmi rimasti dal saccheggio della Paleapoli all’estremità orientale della città odierna. Venne fortificata con l’aiuto dei Bizantini e costituì la Vecchia Fortezza.
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Città Vecchia - Campiello: Negli anni degli Angioini (1267 - 1386), la sovrappopolazione del luogo e le pressioni cattoliche spinsero gli abitanti ad occupare le zone intorno alla città . Si costituì cosà l’odierna Città vecchia. Nello stesso periodo arrivarono i primi Ebrei cacciati dalla Spagna che si stabilirono a Ovriovuni, chiamato in un secondo tempo Campiello. Oggi a Campiello si respira ancora l’atmosfera di quell’epoca e districandosi nel suo labirinto di “cadunia” si comprende la storia dell’isola. Gli edifici a più piani in stile veneziano - primo esempio di condominio urbano – furono indispensabili per dare alloggio agli abitanti nel ristretto spazio della Città Vecchia. Palazzo di Michele e Giorgio: si trova nella parte settentrionale della Spianada e fu edificato tra il 1814 e il 1824 in stile georgiano con pietra maltese, dal Commissario inglese Sir Thomas Maitland, su progetto di Sir George Whitmore. Per tutta la durata del Protettorato inglese fu la dimora ufficiale dei commissari. Ha due porte, quella dell’Arcangelo Michele e quella di S.Giorgio. L’entrata principale, che dà sulla piazza, sfoggia una serie di colonne in stile dorico. Il palazzo, in cui un tempo alloggiava la famiglia reale, è stato ristrutturato tre anni fa per ospitare l’Incontro del Vertice europeo del 1994.
Pinacoteca Pubblica: aperta per la prima volta nel dicembre del 1995 al Palazzo. Vi si trova una ragguardevole collezione di opere di pittori corfioti del XIX sec. inizio XX sec.
Spianada: è anche conosciuta come la più grande piazza dei Balcani, mal-grado debba la sua esistenza solo a motivi strategici. Nel 1576 iniziò la demolizione delle case che si ergevano attorno alla Fortezza, affinché difensori della città potessero meglio tenere sotto controllo la zona. In 12 anni furono demolite più di 2500 case a Campiello, aprendo una superficie enorme che in un secondo tempo fu riempita di alberi dai Francesi, l’odierna Spianada. Passeggiando, si scopre la “sterna” (cisterna), in stile ionico, costruita in onore del primo Commissario inglese Sir Thomas Maitland, dove adesso i ragazzi si danno appuntamento e il “palco”, sul quale, sul far della sera, se siete fortunati, potrete trovare una delle bande che suona musica jazz o classica. E’ qui che la notte del sabato Santo si celebra la funzione dell’Ascensione. Qua e là si incontrano venditori ambulanti con grandi cesti, che d’estate vendono fichi d’India freschi (in corfiota “frangosica”, fichi dei Franchi).
Liston: Si trova nella parte occidentale della Spianada. La strada con i portici fu progettata dai Francesi, che iniziarono a costruirla dopo il 1807 e costituisce una viva testimonianza dell’epoca. Ricorda moltissimo la Rue de Rivoli di Parigi, costruita circa nello stesso periodo. Oggi il Liston è il luogo dove tradizionalmente ci si incontra per bere caffè o “ouzo” nei “cafè” abituali e leggere i giornali acquistati nelle edicole vicine. Nei pomeriggi del sabato si può assistere a gare mondiali di cricket bevendo la“tsitsibira” à da qui che si vedono passare le bande, le majorettes, le processioni e le imbarcazioni che partecipano alla Formula 1. E’ qui, infine, che si ritrovano per caso vecchi amici e vecchie compagne di scuola che non si vedevano più da chissà quanti anni. Nel dialetto veneziano (italiotico) lista è detta la strada piatta e assolutamente diritta, ma specialmente la listarella di legno. Poiché era d’uso scrivere su listarelle gli elenchi di nomi, ecc., la parola lista prese il significato di elenco, ma anche di strada dritta. La desinenza “-on” (-one) ingrandisce, per cui il Liston è la grande lista, la grande strada. In ogni città la strada più grande e diritta veniva chiamata Liston, ecco perché anche a Venezia c’è il Liston di piazza S.Marco. Quando i francesi costruirono il Liston (1807-1814), la dominazione veneta era terminata da tempo ma la parola era ormai entrata nel lessico corfiota, insieme a migliaia di altre veneziane, quindi la nuova strada, diritta e grande fu chiamata Liston.
Il Pentofanaro: divide la Spianada in piazza superiore e inferiore. Si tratta del punto di incontro on the road per gli adolescenti che qui si raccolgono dai vari istituti scolastici locali per rifocillarsi in qualche vicino fast-food. All’inizio di “Pano Platia” (piazza di sopra) si trova l’Ufficio Informazioni del Comune di Corfù dove ci si può aggiornare sulle manifestazioni, trovare piantine e guide turistiche, e cambiare valuta.
Piazza del Comune: era la piazza più importante per le relazioni sociali al tempo dei Veneziani. La Loggia dei Nobili o solo Loggia si riuniva nell’edificio che adesso ospita gli uffici del Comune. Fu edificata in 30 anni (1663-1691) con il miglior materiale: la pietra di Sinies. Qui si riuniva il fiorfiore della società locale e dopo il 1720 la loggia venne trasformata nel primo teatro lirico d’Oriente. Prendendo nome dall’adiacente duomo cattolico di Aghio Iakovo, il teatro di San Giacomo per due secoli portò in scena opere del melodramma italiano. Nel 1903 il teatro fu trasferito, venne aggiunto un piano e da allora ne iniziò l’uso odierno. I due lati principali sono ornati da maschere in pietra e da iscrizioni storiche e simboli di vario genere. L’emblema di Corfù è in bella vista sull’entrata principale, mentre sul lato ad Est si trova il busto del generale Francesco Morosini con la descrizione delle sue virtù e la narrazione delle sue imprese in latino. Nel XVII sec. venne costruito tanto il Duomo quanto l’abitazione dell’Arcivescovo cattolico, la quale fu poi usata come tribunale ed è oggi sede della Banca di Grecia.
Platì Caduni: si tratta di via Mustoxidi, una volta più ampia, sulla quale nei giorni di Carnevale si tenevano gare di bravura tra cavalieri della nobiltà , le allora famose “tziostres” (giostre).
Ionios Vulà (Parlamento Ionico) si trova al termine di via Mustoxidi ed è un palazzo neoclassico, con entrata in stile dorico, che fu costruito nel 1855 dall’architetto Ioanni Chroni. Ai lati dell’entrata principale due iscrizioni in greco e in inglese ricordano la proclamazione dell’unione alla Grecia.
Ionios Akadimia (Accademia Ionica): Lί dove un tempo c’erano le Caserme Grimani, nel 1824 venne ospitata la prima UniversitĂ greca. Quando questa venne chiusa l’edificio fu usato come Biblioteca Comunale. Il 14 settembre 1943 fu distrutto da un incendio provocato da un attacco aereo italiano. In questo momento viene ristrutturato per le esigenze dell’UniversitĂ dello Ionio.
Muraghia: è una delle zone più belle della città , il primo punto di essa che si vede quando il traghetto gira attorno alla Fortezza. Si tratta di via Arsenio, che inizia dal Palazzo e, appoggiandosi alle mura costiere, scende fino al porto vecchio.
Società di Lettura di Corfù: viene ospitata in un edificio del secolo scorso in via Arsenio. Fu fondata nel 1836 ed è la più antica istituzione intellettuale della Grecia moderna, sul modello dell’omonima società di Ginevra, della quale erano membri Capodistria, Calvo e altri nativi delle isole Ionie. In uno spazio suggestivo, pieno di libri principalmente sulle isole Ionie, di stampe, quadri, vecchi giornali, fascicoli, fogli e fotografie si possono conoscere persone dolci e gentilissime che organizzano seminari, conferenze, incontri di arti figurative e musicali. Proprio di fronte a quest’edificio, sotto il livello della strada, c’è la Porta di San Nicola con il “Faliraki” sul mare e la spiaggia privata nota come i “bagni di Aleko”. Faliraki: Si tratta dell’insieme di edifici dei Bagni di Aghio Nikolao, risalente al periodo bizantino. Parte dell’insieme è anche la chiesa di Aghio Nikolao (S.Nicola), che probabilmente fu eretta nel 1414. Dopo la ristrutturazione degli edifici nel 1995, in essi si trovano gli uffici dell’Impresa per lo Sviluppo del Comune di Corfù (A.N.E.D.K.) e sale per usi diversi, come congressi, seminari e mostre.
Abitazione di Capodistria: si trova in via Arsenio e fu costruita sotto il protettorato inglese come residenza per la famiglia Capodistria. Il progetto è opera di Ioanni Chroni (l’architetto corfiota che progettò anche il palazzo del Parlamento Ionico) nel 1832. Durante il dominio inglese venne utilizzato come sede dal Presidente del Senato Ionico. Nel 1864 furono qui trasferiti gli uffici della Prefettura, durante la seconda guerra mondiale vi si stabilirono i comandanti delle truppe italiane e tedesche e oggi ci sono gli uffici dell’Università dello Ionio.
Porto vecchio: Fino a non molti anni fa vi attraccavano i traghetti provenienti da Igumenitsa e la piazza del porto era piena di vita. Prima della guerra qui si teneva il mercato ortofrutticolo, il “Marcas”. Adesso vi attraccano solo i battelli per Paxos e per le isole Diapontie. Rimane peró il caffè “Mavro Gato” (Gatto nero), scena nel 1814 dell’assassinio di Foto Tzavelas ad opera di turco-albanesi, e, proprio di fianco ad esso, c’è l’albergo Kostantinopoli, la cui costruzione durò 62 anni, che ricordano la vivacità commerciale e sociale di un tempo. Nella piazza, le vecchie caserme (oggi Banca Agricola) dividono in due la strada. A sinistra, passando sotto la porta di Spilià (Grotta), si ritorna verso la città , mentre a destra, da piazza Solomo, saliamo verso l’imponente Nuova Fortezza.
Spilià : così è chiamata la zona del porto verso sud, a causa della grotta, in greco “spilià ”, che si trova ai piedi della Nuova Fortezza. Dentro questa grotta sono state ritrovate due icone in pietra della Madonna, risalenti ai primi anni cristiani, delle quali una è stata trasferita alla Metropoli e l’altra è rimasta sul posto, dove in suo onore è stata costruita la chiesa della SS.Vergine Spiliotissa (della Grotta).
OvriakĂ: vecchio quartiere che si estende da SpiliĂ fino a Porta Riala. Qui un tempo c’erano le botteghe degli ebrei (ovrĂ) e ancor oggi mantiene lo stile commerciale tradizionale.
Via Nikiforo Theotoki: la strada che inizia da Spilià e arriva al Liston, prese il nome dal grande scienziato e arcivescovo di Slavinio e Cherson. Una volta era chiamata “calle dell’erbe o mercanti” ed era un’importante arteria commerciale della città . Chiese, banche e monumenti si mescolano a negozietti sotto i portici, in un percorso concentrato nella storia del luogo.
Plakada del Santo (Piazza del santo): ufficialmente porta il nome di piazza degli Eroi della Battaglia di Cipro la piazzetta che d’estate si riempie di pittori e artigiani ambulanti e che dispone di tre chiese importanti per Corfù: Aghio Spiridon (S.Spiridione), Panaghia ton Xenon (Madonna dei Forestieri) e Aghio Ioanni (S.Giovanni).
Società Filarmonica (Banda): la suggestività della città vecchia aumenta passando sotto le finestre della Vecchia - la prima - Orchestra Filarmonica. Se sarete fortunati potrete sentire una tromba provare qualche pezzo sulle partitura di un’opera di Verdi.
Sarocco (S.Rocco): la città nuova, quella fuori dalle mura, comincia ed ha il proprio centro in piazza Sarocco, ricorda l’Omonia di Atene o il Vardari di Salonicco. Da qui iniziano i palazzi moderni e le strade che portano al resto dell’isola.
Maduki è la zona da Platitera fino al porto, un vecchio quartiere storico di Corfù. I suoi abitanti nel 1799 cercarono di fermare gli invasori francesi, barricandosi nel monastero di Platitera. I Francesi li dispersero e, dopo averlo occupato, saccheggiarono e incendiarono il monastero. L’odierno Maduki è un bel quartiere e una passeggiata per la strada interna vi farà scoprire case e botteghe di altri tempi, oltre a taverne tipiche.
Garitsa: da viale Alexandra, una bella strada alberata con costruzioni neoclassiche, si arriva alla litoranea della baia di Garitsa, dove anticamente si trovava il porto di Alcinoo. Dalla colonna di Douglas (monumento in onore dell’Alto Commissario inglese Sir Howard Douglas) in giù comincia il quartiere di Garitsa, diviso dalla costa da una linea di verde, dove hanno giocato generazioni e generazioni di bambini. Ancor oggi le taverne e le rosticcerie vicine mettono nel parco i propri tavolini e servono spiedini e birra sotto le fronde degli alberi. Negli stretti vicoli dalle case piccole, ad uno o due piani, straripanti di rose, buganvillee e gelsomini, sul far della sera le casalinghe mettono fuori dalla porta le sedie e chiacchierano con le vicine. Un tempo gli uomini lavoravano nella fabbrica di funi di Desilla, la cui sirena alle sei del mattino svegliava con il suo fischio tutto il vicinato.
La tomba di Menecrate: fu scoperta nel 1843 e riporta un epigrafe in alfabeto corinzio che ci informa che questo cenotafio (tomba comune) appartiene a Menecrate, figlio di Thlasia e cittadino di Ianthia. Menecrate era amico dei corfioti e perse la vita in un naufragio. Per i servigi da lui resi, i corfioti e suo fratello Praximene, giunto per questo scopo sull’isola, innalzarono questo monumento attorno al 600 a.C. Si trova nel cortile della stazione di polizia di Garitsa, là dove un tempo sorgeva il cimitero della città antica.
Vido: l’isoletta di Vido, nell’antichità era chiamata “Ptichia” e Isola di Era (Giunone), come riferito da Tucidide, da Tolomeo e da altri storici. Si trova proprio davanti al porto della città dalla quale dista solo 1.200 metri. Durante il periodo veneziano rimase isolato, anche se probabilmente è allora che furono create gallerie che lo collegavano alle fortezze della città . Venne fortificato dai Francesi Repubblicani, ai quali deve anche il nome odierno. Successivamente gli Inglesi lo trasformarono in fortezza inespugnabile, che peró fecero saltare in aria quando cinquant’anni dopo se ne andarono. Insieme al resto fu distrutta anche la chiesa di Aghio Stefano (S.Stefano), edificata dai SS. Iasona e Sosipatro. Il Mausoleo Serbo è stato costruito in memoria dei soldati serbi che su quest’isola furono decimati dalla pestilenza e dai maltrattamenti, alla fine della prima guerra mondiale. Presenta un rilievo piuttosto aspro con due colline dove si trovano le due fortificazioni principali. E’ sempre stato il luogo di svago preferito dai corfioti, dal momento che accomuna verde e mare, a cosà poca distanza dalla città . Dal 1985 è sotto la giurisdizione del comune di Corfù e l’Impresa per lo Sviluppo del Comune (A.N.E.K.D.)è responsabile dell’opera di valorizzazione in atto. Oggi sul luogo esistono un caffè bar e ristorante, due spiagge, strade in terra battuta e sentieri per una passeggiata da un estremo all’altro dell’isola. Dal Vecchio Porto (Spilià ) delle barchette collegano giornalmente l’isola alla città .
Lazareto: una volta era, appunto, il lazzaretto di Corfù. Qui si fermavano le galee di Venezia, la regina dei mari per la quarantena. Durante la seconda guerra mondiale i Tedeschi giustiziarono su quest’isoletta dei partigiani e da allora è ritenuto Monumento Nazionale. | |
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| | 28 September, Friday Portoferraio, Elba, Italy | |
Amerigo Vespucci and Palinuro Click here to enlarge | | Our final day at sea was gorgeous. Steady wind in the sails as we approached the island of Elba from the west and headed toward the port town of Portoferraio. As we approached, we passed the Amerigo Vespucci and the Palinuro, sailing ships which are used by the Italian navy to train its sailors. The Amerigo Vespucci is an especially impressive ship. | | | "Eh, mon ile est bien petite." Napoleon thought Elba a "very small" island upon his arrival in 1814. | | But as we sailed into the harbor, we found this beautiful island much larger than expected. Because Napoleon found it too confining, I just imagined it to be smaller. I suppose when one has ruled most of Europe, it does seem rather petite. Anyway, he could take it for only nine months before he headed back to try to reclaim France. As usual, we walked up and down the hills, taking in the views of the town, bay and sea from many angles. Once you get away from the drab area where the Star Clipper and the ferries dock, the harbor becomes livelier and more attractive, especially at the old port on the promontory. Through the fortified gateway is the old town, which remains today the center of town. We walked up to the old Medici fort high above the old town where there is a lighthouse and wonderful views of the bay and the sea. | |
La Bien Petite Ile Click here to enlarge
The Lighthouse Click here to enlarge | | | Ad Hoc Directions Painted on a Wall Between Il Centro and Il Porto |
| | | From the fort we walked a short distance to the Villa dei Mulini, Napoleon’s principal residence on the island. He transformed two old windmills into a single stone house, which still houses his library. It is a modest house with a nice terraced garden overlooking the sea where he set up a telescope to look for sails. I don't know what he saw on a typical day, but today, one could see ferries, sailboats, yachts, a kayak, and Italian navy training ships, including the sailing ships Amerigo Vespucci and Palinuro. Many vessels on an absolutely spectacular sailing day. I could be quite satisfied living on Elba in retirement. Don’t know why Bonaparte wasn’t happy here but then, I don’t have a Napoleonic complex. | | La Villa dei Mulini: Le Petit Maison sur La Petite Ile |
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| Click a photograph to enlarge it | | | The island is big enough for several days of walking but we remained in the area of the town itself. After a late lunch, we boarded the Star Clipper. As we left port, the captain swung the ship very close to the Amerigo Vespucci and we got a close-up look at the Italian sailors. | | This was our last day and we hadn’t had a “photo tender” yet, so Al asked Dariuz, the first officer, if we could have one today. No sooner asked than the tender was in the water and the photo bugs were snapping to their hearts content. Even without a camera, I hoped on board and was able to see the ship with all sails up, just as others might see us going by. A wonderful scene. | |
Photo Tender Click here to enlarge | | | As usual, Friday night is the Captain’s Dinner, a great feast topped off with the waiters’ conga line as they bring in the Baked Alaska. Others of the ship’s crew sang their version of “We Are the World” as each held a tiny flag of their native land. The captain said a few words and we ended our last evening on the ship by spending some quiet time on deck as the ship glided quietly under a nearly full moon. | | Elba Photo Album | Click a photograph to enlarge it. | | The Frigate Amerigo Vespucci | The Barkentine Palinuro |
The home port of the Amerigo Vespucci is the Academie Navale in Livorno. |
The steel-hulled barkentine Palinuro was constructed as a fishing vessal in 1934 by the shipyard Anciens Chantiers Dubigeon of Nantes, France. Its home port is the Scuola di La Maddalena in Sardinia. | | | Amerigo Vespucci | Palinuro |
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| | | Typical Mediterranean Flora | Sentry House and Lighthouse |
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| Thursday 6 June: Corfu, Greece | | We docked at Corfu Town at 1:00 in the afternoon. Directly across was the HMS York, a British naval vessel. Much of the crew had already disembarked on shore leave, although a few stragglers were still going down the gangplank, which was guarded by armed sailors. | | | | We were bused a couple of miles to the Esplanade, a huge public square. A line of horse-drawn carriages awaited those who might want a tour, but we were going on foot as usual. This whole area has a British feel to it, not surprising since the Ionian islands were a British Protectorate in the 19th century (1815-1864). The islands had been controlled by Venice for four hundred years (1386-1797) but just before the British ceded the islands to Greece in 1864, they inexplicably blew up almost every building and fort built by the Venetians. So most of the remaining buildings have a distinctly British look. | | | | | | At the north end of the Esplanade is the Palace of St Michael and St George, the oldest official building still standing in Greece. It was built by the British (1818-23), was summer residence to the King of Greece, suffered damage during the Greek Civil War and was then renovated as a gift of the British ambassador as a memorial to the British role in Greek history. Some of the rooms are quite plush. The building also houses the Museum of Asiatic Art, a large private collection. There is a quiet garden in which to sit in the shade on a hot sunny day, and views of the sea at the rear of the building. | | Nearby is the historic center of Corfu. The buildings are quite old and house many interesting shops. | | | | And right at the center is the Greek Orthodox church of Agios Spyridon. This is a beautiful church with a tall campanile, and is striking for all the gold and silver displayed. Lamps, chandeliers, candlesticks, and other ornamentation—all create a glittering effect, even in the dim light, unlike that of any other church we have visited. The remains of Corfu’s patron saint, Spyridon, are kept in a silver casket which leaves the church four times a year for various religious processions. | | We walked away from all the shops into an area obviously patronized by the local population. While there don’t seem to be as many small motor bikes as in other European cities, they are still popular for getting through traffic quickly. Even when parked, they have their uses. | |
Click here to enlarge | | | | Back at the Esplanade, we had lunch along the Liston. This was built by Napoleon to imitate the rue de Rivoli which he had created in Paris. A series of arcades, once reserved for the aristocracy, now house a row of cafes and restaurants. It is a very pleasant place for a quiet meal. | | | | The cricket ground was now filled with boys, practicing with their coach, but it didn’t look like there would be any actual matches this afternoon. The sun was out and it was getting late, so we decided to walk back to the ship by way of the Campiello and the Old Port. The Campiello is the oldest part of the city and lies between the Esplanade and the Old Port. The architecture isn’t very interesting. The Byzantine Museum might have been interesting but had closed for the day. Our walk continued along the shoreline to the Old Port, which was not remarkable in any way. So we kept walking until we reached the New Port and the Wind Surf. | | | | | | | |
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