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* B R A S I L * : Musica - Danza - Carnevale
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Recommend  Message 1 of 6 in Discussion 
From: MSN Nickname¤Ċąгlø¤  (Original Message)Sent: 12/2/2002 10:35 AM
Musica - Danza - Carnevale


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Recommend  Message 2 of 6 in Discussion 
From: MSN NicknameCreativa®Sent: 12/2/2002 4:15 PM

JOBIM 

La nostra pagina sul grande compositore

 

 

VINICIUS DE MORAES 

Vita e poesie del magnifico Vinicius


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Recommend  Message 3 of 6 in Discussion 
From: MSN NicknameŜħσųŧSent: 12/8/2002 5:21 PM

 

MOLTI CARNEVALI, UN SOLO PAESE

Brasile, patria del carnevale più pazzo del mondo. Ogni città ha la sua festa e le sue tradizioni. Con una caratteristica comune: nessuno, ma proprio nessuno, resiste al richiamo del Carnaval

Il carnevale è la grande festa popolare del Brasile.
Ogni città lo festeggia a modo suo, ogni regione ha le sue tradizioni, ma in tutti gli angoli di questo sterminato Paese, a Rio come a Bahia, come a Recife , il Carnaval è la festa di tutti. Personaggi importanti e gente comune, uomini e donne, anziani e bambini, persone di tutte le classi sociali e le etnie dimenticano per due giorni il proprio mondo, per immergersi in quello colorato e pazzo della danza, della musica, del travestimento e di ogni tipo di trasgressione.
Nelle grandi città, come Rio de Janeiro e São Paulo, il carnevale è ormai una grande competizione, con le "scuole di samba" che sfilano tra allegria, suoni e colori, rigorosamente studiati con l'obiettivo di primeggiare sulle altre, e conquistare il premio in palio ad ogni edizione. La kermesse dura solo quattro giorni, ma esige mesi di preparazione. Le comunità lavorano quasi tutto l'anno nei preparativi della sfilata. Il tema è scelto con largo anticipo, i costumi ed i carri allegorici sono confezionati mesi prima del grande evento. In altre città, come Salvador de Bahia, invece, il carnevale resta soprattutto un'occasione di festa, animata dai blocos, gruppi che sfilano senza organizzazione, ma con un tema comune, e dai trios elétricos, grandi camion con altoparlanti ad alta potenza.

STORIA DEL CARNEVALE BRASILIANO 

Una tradizione lunga un secolo
Sulle origini del carnevale brasiliano ci sono almeno due diverse tesi. Secondo alcuni i festeggiamenti attuali ricordano quelli che il popolo organizzò in occasione dell'arrivo in Brasile della famiglia reale portoghese, nel XIX secolo.
Altri sostengono, invece, che il carnevale odierno derivi dalle manifestazioni popolari che negli anni '20 si chiamavano cordões, ed erano organizzate come i blocos di oggi.
Già all'inizio del XX secolo, il carnevale di San Paolo ricalcava le tradizioni europee, con un corso di carri che sfilavano per le vie principali della città.
I ceti più agiati organizzavano feste e balli in maschera nei club privati, con orchestre che suonavano brani della moda, fra le quali una "rilettura" della marcia trionfale dell'Aida di Verdi.
I più poveri festeggiavano nelle loro associazioni, o per la strada. Gli immigrati italiani si riunivano nei club, Ruggerone, Roma, Musitalia, e per le vie dei loro quartieri: Brás, Lapa e Água Branca.
A Rio de Janeiro la prima sfilata delle scuole di samba si tenne nel 1932, nella piazza Onze, sotto il patronato del giornale Mundo Esportivo. Vinse la scuola "Prima stazione di Mangueira".
Per gli umili, quelli dalla pelle scura, gli immigrati, i poveri in genere, imitare i ricchi, scimmiottare la corte imperiale, travestirsi da marchese incipriato o da principessa per un giorno, fu per lungo tempo la vera ragione per partecipare a questo mercato di illusioni.
Poi, immancabilmente, il mercoledì delle Ceneri rimetteva ciascuno al suo posto. Ma senza troppa amarezza: in Brasile il giovedì è già quasi il primo giorno del prossimo carnevale.

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Recommend  Message 4 of 6 in Discussion 
From: MSN Nickname¤Ċąгlø¤Sent: 12/9/2002 5:17 PM
Il Carnevale più "hot" del mondo
Come si festeggia il Carnevale a Rio de Janeiro in piena estate.
http://www.hot.it/canali/people/gossip/carnevale_rio/index.html


[06-03]
Siamo in piena estate, a Rio de Janeiro: ed è tempo di Carnevale - il Carnaval (come si dice in portoghese) più hot del pianeta! Sono 4 giorni (dal sabato al martedì grasso) di feste e balli per le strade fino all'alba: trovare il tempo per dormire diventa un'impresa, tanto più che quest'anno si festeggiano anche i 500 anni del Brasile.
Il Carnaval è una festa "importata" dall'Italia alla fine dell'Ottocento, ed ha vissuto il suo periodo d'oro a partire dagli anni '30, con i leggendari balli al Copacabana Palace (l'hotel più lussuoso di Rio), e al Teatro Municipale.
Il ballo - simbolo del carnevale brasiliano è senz'altro la Samba.
La parata di Samba è iniziata negli anni '30, ed è diventata pian piano una manifestazione oceanica per le vie principali di Rio, finché nell'84 gli è stata data una sede consona alla sua importanza: un Sambodromo! Sì, avete capito bene: uno "stadio della samba", con biglietti da acquistare e posti divisi per settori. Un biglietto nei posti migliori può arrivare a costare 1000 dollari!
Ne vale la pena, però: dalla domenica al martedì, 14 scuole di Samba ogni giorno si esibiscono, dalle 19 alle 6 del mattino. E' una sfilata coinvolgente: 4000 persone che indossano i costumi tipici, dai cappelli di Panama alle camice rosse coloniali, e dai 6 agli 8 carri che sfilano, ognuno con effetti speciali e caratteristiche che differenziano una scuola di samba dall'altra.

Se invece volete ballare fino all'alba senza spendere un cruzeiro, potete diventare parte integrante della gente di Rio, dall'animo allegro e godereccio, e mescolarvi a qualche Carnevale di strada. Ogni quartiere a Rio ha la sua banda: nel pomeriggio intorno alle 16, dopo la spiaggia, tutto il quartiere si dà appuntamento in una piazza, e da qui inizia la festa. Con la banda in testa, tutti quanti se ne vanno in giro per le strade ballando e divertendosi, bloccando il traffico cittadino. Alcune bande riescono a raccogliere anche 10.000 partecipanti!!
La banda più famosa è senz'altro la Banda di Ipanema, che suona dal 1965. La banda Cordao do Bola Preta suona il venerdì mattina, e conclude la sua performance con la feijoada, un tipico piatto brasiliano. A Ipanema (la spiaggia più famosa a Rio dopo Copacabana) ci sono anche la Banda da Carmen de Miranda e la banda Simpatia è Quase Amor. Tutte le bande hanno le loro T-shirt ufficiali, che vendono prima della festa, per raccogliere fondi per il loro sostentamento.

Oltre alla Samba e ai balli di strada, Rio offre una selezione di balli del tutto particolari, o meglio…relativi alle singole esigenze! I costumi di Carnevale non sono mai obbligatori, ma mettersi qualcosa di stravagante fa sempre bene, aiuta a calarsi nell'umore giusto! L'unico ballo di gala sopravvissuto al tempo e agli eventi è il Gala di sabato al Copacabana Palace Hotel: cravatta nera per gli uomini e costumi di gran lusso per le signore sono necessari. Se invece siete irrimediabilmente single, Carnevale è il momento giusto per incontrare qualche ballerina o qualche ballerino capace di farvi perdere la testa: i locali consigliati per un carnevale hot sono l'Help, una discoteca sulla spiaggia di Copacabana, Scala a Leblon e il Metropolitan a Barra.
Lo Scala è anche la discoteca dove si tiene, il martedì grasso, la festa gay più rinomata del mondo (arriva anche la TV). Il sabato invece c'è la tradizionale festa all'X-Demente, dove sono di casa personaggi famosi: RuPaul, Jeff Stryker e Martha Walsh.
Così, tra celebrità che si nascondono e sconosciuti in cerca di fama, il popolo del Carnevale balla e balla, fino all'alba..
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Recommend  Message 5 of 6 in Discussion 
From: Mandrake*Sent: 12/19/2002 8:04 PM

 

http://www.terrabrasilis.org/

 

Cenni storici


 

La Bossa Nova che letteralmente significa "nuova onda" è un movimento artistico e musicale nato in Brasile alla fine degli anni '50 e attivo su tutto il continente americano durante gli anni '60. Nata, dice Jobim, dall'incontro del samba brasiliano e il jazz moderno, la Bossa Nova conosce un precursore nel compositore Josè Alfredo da Silva (detto Johnny Alf) il quale, a partire dal 1949, fonde al samba brasiliano gli elementi costitutivi del jazz moderno. Bisogna attendere l'entrata in scena di Jobim (Sinfonia de Rio de Janeiro. 1955) per intravvedere le primizie del movimento bossanovista.

Il disco "Foi a noite" della cantante Silvia Telles, la prima registrazione di Joao Gilberto (Chega de Saudade, 1955) e l'incontro di Jobim con Vinicius de Moraes in occasione della colonna musicale di "Orfeo Negro" (il film di Marcel Camus, Palma d'oro a Cannes in quello stesso anno) precipiteranno le cose.

In Antonio Carlos "Tom" Jobim, le grandi arcate melodiche, articolate principalmente sulla parte debole dell'unità metrica, hanno uno sviluppo armonico modulato fondato su ricchi accordi di sostituzione e un'armonia ritmica sincopata. L'emissione vocale, vicina alla parola, in sottile divario con il proprio accompagnamento chitarristico, rifiuta, in Joao Gilberto (Bahia, 1931), ogni effusione sentimentale ed ogni utilizzazione espressiva del vibrato. La coincidenza estetica con i testi, ispirati alla vita quotidiana, del poeta e diplomatico Vinicuis de Moraes (Rio, 1913-1980) è perfetta: la parola diventa suono, la poesia, musica.

La Bossa Nova conosce, allora, un sucesso enorme in Brasile, e presto appaiono nuovi personaggi o vi si convertono: le cantanti Astrud Gilberto, Nana Caymmi, Elis Regina, il Sambalanço Trio di Cesar Camarco Mariano, il sestetto Bossa Rio di Sergio Mendes, il quartetto vocale Os Cariocas, i compositori Eumir Deodato e Edu Lobo, i chitarristi Baden Powell e Luis Bonfa.

Il 13 febbraio 1962, Stan Getz, con il trio di Charlie Byrd registra Desafinado, una delle più celebri composizioni di Jobim. Ne segue una moda formidabile di questa corrente musicale che supera ben presto i limiti del continente americano. qualche mese più tardi, Getz incide un album leggendario in compagnia di Jobim e della coppia Gilberto, Joao e Astrud. In seguito Jobim lavora molto negli Stati Uniti e registra anche due dischi memorabili con Franck Sinatra. Questa evoluzione provoca un certo imbarazzo nella nuova generazione dei musicisti brasiliani che non accettano sempre questa associazione con i nordamericani. La musica popolare brasiliana conosce in seguito nuovi sviluppi che si intrecceranno a volte con quelli del jazz, ma la Bossa Nova sembra aver conosciuto il suo momento migliore verso la metà degli anni '60. Più che una reale impronta stilistica, il suo apporto essenziale al jazz sarebbe dunque l'attrazzione di una pulsazione ritmica nuova e sopratutto un rinnovamento incontestabile di fondo degli standar dove vanno ad attingere alcuni dei migliori solisti dell'epoca: Dizzy Gillespie, Zoot Sims, Coleman Hawkins, Sonny Rollins, Dexter Gordon, il Modern Jazz Quartet, Ella Fitzgerald, McCoy Tyner....

Sebbene la Bossa Nova è spesso associata con il jazz, come gia detto precedentemente per la collaborazione di Gilberto e Jobim con jazzisti come Stan Getz, le sue radici sono e rimangono squisitamente e genuinamente brasiliane, e la sua tipica vocalità nasale deriva dalla tradizionale musica rurale del cabaclo.

 

Estratto dal "Dizionario Jazz" di Armando Curcio Editore

 


 

Brasile, dove la vita è suono

Un Paradiso in Poesia e Musica

Di Roberto Campagnano

 

L'incredibile ricchezza dei suoni dolcissimi, la Bossa Nova, gli struggenti ambienti musicali, le pianure desertiche del sertao, il misterioso mondo dei riti magici, l'esplosione del Carnevale, le scuole di samba, il fascino della poesia, la melodia.

Un paradiso di canzoni, l'anima di un popolo, è la risposta alla desolante miseria delle favelas, il mondo più dolce, ma anche il più fermo, a combattere la protervia del potere.

Musica popolare estremamente raffinata, colta, nobile.

Un'unica voce e mille rivoli per cantare la realtà.

Una sola concezione di vita e migliaia di parole sussurrate, gridate al sole di Copacabana o di Bahia.

Lo stesso astro che brucia le lamiere delle baracche, lo stesso grido che si leva sul Paese, gli stessi colori, la stessa rabbia.

Un cielo di poeti innamorati, una foresta di chitarre malinconiche e giulive, un mare di sentimenti folli e straordinari.

E' questo il bel racconto della musica brasiliana, cento musicisti, cento compositori d'arie e ritornelli.

 


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From: Mandrake*Sent: 12/19/2002 8:07 PM

 

http://www.terrabrasilis.org/

 

 

La festa come ribellione del popolo

di Ida Magli

 


 

Cercare di risalire agli elementi costitutivi del carnevale brasiliano è quasi impossibile. Appare chiara, tuttavia, la persistenza di una forma molto complessa di sintesi e di integrazione  di strutture culturali provenienti dai diversi ambiti che si sono trovati a convivere nel mondo brasiliano. Si tratta di quei fattori "convergenti" che riescono sempre a sopravvivere perché, di fatto, sono alla base di qualsiasi cultura. Il momento finale e significativo di questa convergenza lo si può vedere, ovviamente, nella festa; ed è soltanto cercando di chiarire il motivo essenziale, necessario, di una istituzione che possiamo tentarla di capirla. Perché in Brasile, e in genere presso i popoli non del tutto occidentalizzati, la festa conserva la sua forza vitale? E perché, invece, da noi l' ha quasi del tutto persa, sebbene i detentori del potere si sforzino di mantenerla in vita, ben sapendo che è funzionale alla consistenza di un gruppo? Una risposta, la possiamo trovare, forse, proprio studiando il carnevale brasiliano. Nella storia del Brasile si sono intrecciate, a causa della "conquista", tre diverse culture: quella originaria amerindiana, quella eurocattolica dei conquistatori, e quella tradizionale africana importata con la deportazione schiavista dei negri. Adopero volutamente il termine "negro" perché è quello della storia, la quale va lasciata integra nella sua realtà, senza le attenuazioni mistificanti dettate dalla nostra pseudosensibilità odierna. La conquista dei territori indiani e la deportazione in essi degli africani, sono avvenute con l'avallo giuridico dei Papi, riconosciuti detentori, in base al diritto divino, anche di quello terreno. Senza la teorizzazzione consapevole e formale del concetto di "popolo inferiore" e di "negro", nel sapere della Chiesa, non avendo trovato nessuna giustificazione sufficiente. Tornando, dunque, alla commistione di elementi culturalmente estranei, appare evidente che essi si sintetizzano al livello di ciò che hanno in comune; e il tratto fondamentale comune a tuue le culture è il "sacro".

Festa e sacro sono la stessa cosa. Nella festa viene messo in atto il sacrificio, l'uccisione di una vittima per l'esistenza del gruppo. E' per questo che il gruppo, qualsiasi gruppo, si riconosce nella festa: il legame fra i vari membri della collettività è dato dall'uccisione, dal sacrificio della vittima. Anche il nostro stare insieme in quanto cristiani si fonda su di un sacrificio indispensabile, e dato che noi siamo superiori a tutti, per noi e stata sacrificata la massima vittima: Dio.

Se nelle feste natalizie e pasquali ricorriamo all'uccisione dell'agnello, dell'oca o del tacchino è soltanto perché gli animali hanno a poco a poco sostituito ovunque la vittima umana, con forme progressive di attenuazione-simbolizzazione del sacrificio. E' ovvio che, proprio quando la sopravvivenza biologico-culturale di un gruppo viene messa a rischio, come è avvenuto (e avviene) alla popolazioni amerindiane e a quelle africane deportate, il rituale festivo diventa uno strumento vitale. Per questo il Brasile conserva una forza che a noi sembra eccessiva, frenetica, delirante. Qualcuno muore sempre durante il carnevale di Rio; ma deve morire, non potrebbe non morire, per quanto casuale e folle questa morte appaia. Nella festa carnevalizia si attualizzano, poi, altri due tratti culturali, comuni sia al mondo amerindiano, che a quello africano, ed eurocristiano: il dinamismo sessuale, e l'aspettativa estatica di possessione da parte della divinità. La ricerca di sfrenatezza sessuale colpisce per la sua assoluta, disperata affermazione di gioia come risposta alla angoscia di morte del gruppo. Simboli sessuali di tutti i generi sono presenti nel "mascheramento" anche in zone geografiche e temporali molto lontane, le une dalle altre. Il pene rappresentato in  forme macroscopiche o grottesche, viene portato in trionfo, mentre la nudità femminile ne è l'indispensabile controparte. Il contrasto con il cattolicesimo, che ha vietato fin dall'inizio la danza e qualsiasi richiamo alla sessualità nei suoi rituali, è soltanto apparente. Proprio perché ha individuato nell'uso del sesso la causa e l'eredità del peccato d'origine - dunque della morte - cristianesimo è una religione del sesso, costretta, per la sua stessa logica, a perseguire la salvezza nella rinuncia e nel controllo ossessivo della sessualità. La danza, serve oltre che all'eccitazione sessuale, ad esprimere il possesso. Il battito frenetico dei piedi segnala che è l'uomo il padrone della terra, che egli la domina con la sua stazione eretta. La riaffermazione di questo dominio diventa forza, sicurezza, grido potente di possesso per quei popoli che ne sono stati spodestati. Nel carnevale brasiliano è dunque presente la massima ribellione a ciò che la conquista eurocattolica ha portato ed imposto: la distruzione dell'identità di un gruppo:

La sfrenatezza orgiastica, sessuale, ne è uno degli aspetti più clamorosi perché il cattolicesimo infligge l'ordine, la compostezza e la sottomissione del corpo insieme a quella dello spirito, la rinuncia alla sessualità vista nei suoi aspetti più naturali e più gioiosi, un atteggiamento di penitenza e di colpa davanti alla natura e davanti alla divinità. Aver privato della gioia per la vita quei popoli che, pur nella scarsità dei loro beni, non si sentivano né poveri né tristi, è forse una delle maggiori colpe dei conquistatori e dei missionari. Perfino le forme di travestimento e di mascheramento che contraddistinguono la festa brasiliana, testimoniano del terribile sforzo di una ribellione condannata alla sconfitta. Il carnevale brasiliano, dunque, consiste in una macroscopica fuga da una realtà mai accettata e, al tempo stesso, in un abbandono alle strutture culturali originarie, quelle di cui nessun popolo conosce la data d'inizio perché le trova dentro di se, come se fossero formate insieme a lui, come se fossero lui. La "personalità" di un popolo è identica alla personalità di un individuo: nessuno può pensarsi senza l'Io.

Ciò che l'Occidente non ha mai capito e che, tragicamente, continua a non capire, sognando un Governo Mondiale, una Democrazia per Tutti, una Solidarietà Universale....ossia Noi. Soltanto Noi.

Da questo tipo di fuga i popoli che la mettono in atto si aspettano, più o meno consapevolmente di recuperare la forza della propria identità. E comunque, di esibire, rappresentandola, con la frenesia di una violenta uscita da sé, ai propri occhi e a quelli degli altri, una possibile ribellione, una capacità di potenza cui nulla può resistere perché si trascende, si proietta in un "esistere" assoluto nel momento stesso in cui si realizza.

 

 


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