Più vicine all'Africa che alla Sicilia, Lampedusa, Linosa e Lampione, rimangono una delle poche mete ancora incontaminate del nostro paese, rappresentano un paradiso per gli amanti delle immersioni subacquei o anche solo per chi cerca un po' di avventura e relax al di fuori del mondo. |
| Il nome Pelagie deriva dal greco Pelagos che significa "isole d'alto mare" proprio perché le isole di questo arcipelago sono dei grossi scogli vulcanici affiorati dai fondali marini in tempi remoti. Sino alla metà dell'Ottocento hanno conosciuto lunghissimi periodi di spopolamento e sono state usate prevalentemente sia come insediamenti temporanei che come luoghi di sosta e di rifornimento d'acqua dalle imbarcazioni fenicie, greche, romane, arabe, turche, veneziane, saracene e dai pirati del mare. Ancora oggi sono tra le meno frequentate nel Mediterraneo. Delle tre isole la più grande (20,2 kmq) e famosa è Lampedusa, il cui antico nome in dal greco bizantino, Lopadusa, significa "ricca di molluschi". Più vicina alle coste africane che a quelle siciliane (113 chilometri contro 205), Lampedusa appartiene alla piattaforma sommersa di quel continente, cui è affine per il clima, mite tutto l'anno con temperature molto elevate in estate ma anche per la flora e la fauna, simili a quelle delle coste libiche e tunisine. Mancando un vero e proprio piano regolatore, il paese di Lampedusa, si sviluppa lungo via Roma, dove si concentrano negozietti e caffè che si allungano sul corso con i loro tavolini e che, in estate, organizzano piccoli intrattenimenti. Fra i monumenti spicca il Santuario della Madonna di Lampedusa (detta Madonna di Porto Salvo) inizialmente situato all'interno di una grotta e successivamente riedificato all'interno di una nuova cappella, circondato da un bel giardino fiorito. Rilevanti sono pure il Monumento al Pescatore e l'Obelisco, opera dell'artista Arnaldo Pomodoro. Conta 26 chilometri di coste, quella settentrionale caratterizzata da alte e frastagliate pareti a picco, falesie e grotte marine, mentre su quelle meridionali e orientali, più accessibili, si aprono numerose e splendide cale sabbiose, dominate da biancheggianti quinte rocciose plasmate dagli agenti atmosferici, e da alcune aspre "punte" che si protendono nel mare.
| Le spiagge di fine sabbia dorata delle cale che si aprono lungo la costa sud-orientale dell'isola sono il patrimonio più prezioso di Lampedusa: Cala Maluk, Cala Croce, la famosa Baia dei Conigli, Cala Gutgia, Cala Galera e Cala Greca sono insenature che offrono arenili da non perdere, dove il mare trasparentissimo assume mille riflessi smeraldini. L'isola dei Conigli (un tempo collegata alla terraferma) emerge all'apice orientale dell'omonima baia ed ospita una vera rarità faunistica: lo Psammodromo algerino, una piccola lucertola striata tipica dei paesi magrebini che in Italia esiste solo su quest'isolotto. | Per conservare la ricca fauna marina, nel maggio 1995 è stata istituita la Riserva naturale "Isola di Lampedusa", 320 ettari nella fascia costiera meridionale, al cui interno è stata inserita la zona di ovodeposizione delle tartarughe. Ogni anno le tartarughe marine (Caretta Caretta) vanno a deporre le uova nei pressi dell'isola dei Conigli, in un ambiente ancora incontaminato con una spiaggia di finissima sabbia. Nella parte nord-occidentale dell'isola anche le coste rocciose a picco offrono angoli di superba bellezza, il tratto più spettacolare di costa va da Capo Ponente a Punta Cappellone e ha nello scoglio Faraglione e nella parete di Sacramento i suoi gioielli. Lo splendido mare offre grandi emozioni agli amanti delle immersioni, soprattutto sul versante settentrionale dove si trova la Grotta di Taccio Vecchio, ricca di moltissime specie di pesci, e a Capo Grecale. Al largo di quest'ultimo, in aprile, può capitare persino di osservare balene e capodogli. LINOSA, il cui nome deriva dal greco antico Aethusa si erge da fondali molto profondi ed è di natura vulcanica. Le sue coste nere e frastagliate, il continuo aprirsi di cale, le numerose secche, le sue acque di cristallo trasparente fanno dell'isola un vero paradiso. Gli appassionati delle immersioni troveranno fondali straordinari soprattutto alle Secche di Tramontana, agli Archi, alla piscina del Conte e alla memorabile secca di Pietro Truccio. L'isola, è verdeggiante e fertile grazie alla particolare natura del terreno. Il paesaggio dell'interno è perciò connotato da distese di campi coltivati, dalle caratteristiche "pale" di fichi d'india, da un'infinità di piante di capperi e da arbusti tipici della macchia mediterranea. Il centro di Linosa è allegro e pittoresco, le sue casette basse sono intonacate nei colori meno convenzionali e creano tra loro arditi accostamenti di tinte accese e contrastanti. L'ideale è girare l'isola a piedi, in bici o in motorino (si possono affittare sul posto), bisogna comunque fare i conti con il caldo; qui, infatti, la temperatura è generalmente molto alta e non di rado raggiunge, in piena estate, i 40 gradi. La terza isola dell'arcipelago, LAMPIONE, è uno scoglio in mezzo al mare nato, secondo la leggenda, da un masso che sarebbe sfuggito dalle mani di un ciclope. Non è abitata e l'unico segno dell'uomo è un faro, da cui il nome, che ne segnala l'esistenza ai naviganti. L'isolotto è parte integrante della Riserva Naturale, ciò vuol dire che la fauna e la vegetazione sono soggette a totale protezione e che non è consentita nessun tipo di attività al di fuori dello studio e della ricerca scientifica. Lampione si immerge nel mare con pareti quasi verticali per circa 60 metri di profondità ed è quindi un fondale incontaminato, vero paradiso per i subacquei che qui possono incontrare cernie, aragoste, corallo giallo e rosa e persino qualche esemplare di squalo grigio. |